Consulenza del benessere: diventare professionista della relazione d’aiuto.

La consulenza del benessere è quella attività altamente professionale, di livello universitario, che si occupa di costruire insieme con il cliente un programma che ha per oggetto stile e abitudini di vita, rivolto alla promozione del benessere e al miglioramento della qualità della vita.
La  consulenza del benessere è una professione che si pone quindi totalmente al di fuori dell’ambito sanitario e ha per oggetto il benessere, e non la malattia,  nelle sue molteplici manifestazioni di patologie organiche o psichiche, di disagio psichico o di disturbi psicosomatici.
La consulenza del benessere si distingue quindi chiaramente dall’attività di tipo sanitario che viene svolta da medici, psicologi, psicoterapeuti e counselor (questi ultimi abusivamente, se non sono anche psicologi abilitati) ed è quindi attività professionale legittimamente praticabile sulla base della regolamentazione dell’attività di prestazione d’opera intellettuale disciplinata dagli articoli 2222 e seguenti del codice civile.
La consulenza del benessere, a seguito di conseguimento di Diploma di formazione presso la Scuola Superiore per Consulenti del benessere, trova certificazione a livello privato tramite la Società Italiana di Scienze del benessere, ente autonomo e indipendente di certificazione, che dichiara, a seguito di esame nazionale, la  conformità dei contenuti, del metodo degli scopi della professione di consulente del benessere alla normativa vigente, escludendo quindi qualsiasi violazione della competenza di altre categorie professionali.

Che cos’è la consulenza del benessere

La salute  intesa come condizione di benessere è favorita da specifiche attività umane le cui caratteristiche sono fondamentalmente ignote e restano indifferenti alla pratica clinica. Per questo motivo, non appartenendo alla cultura, alla mentalità e alle conoscenze e competenze mediche e psicologiche, ci sembra opportuno porre in evidenza come esse debbano essere oggetto di studio e di pratica a livello di consulenza e formazione del benessere, ossia di quella pratica relazionale rivolta all’emersione di una condizione di benessere che nasce solo dall’integrazione tra differenti fattori. Essi possono essere riassunti nei seguenti:
Attività fisica (preferibilmente aerobica). Se non ci sono controindicazioni per la salute (la medicina si occupa di attività fisica solo in quanto essa possa produrre danni o sofferenza, praticamente solo sul piano fisico, o come prevenzione di patologie; non come attività fine a se stessa, praticata perché fa bene) una attività costante e rapportata alle condizioni psicofisiche della persona è certamente un fattore che favorisce la neuroplasticità, attraverso la consapevolezza della naturale interazione tra mente e corpo, la crescita dell’autostima e dell’entusiasmo per la vita.
Sonno. Dormire bene in un ambiente e in condizioni fisicamente e psicologicamente idonee, con molte fasi REM di sonno profondo, consolida ciò che è stato appreso durante il giorno ed è fonte di intuizioni e di integrazione di conoscenze e di benessere psicofisico.
Alimentazione sana. Il “terreno” su cui si sviluppa la struttura del sistema nervoso necessita di nutrienti sani, che assicurino un funzionamento adeguato dell’organismo nelle sue innumerevoli funzioni, a partire dall’alimentazione a livello biochimico, per finire a quella cognitiva e affettiva.
Attività affettiva, relazionale e sociale. I legami con gli altri favoriscono il dinamismo e la plasticità cerebrale e la costruzione e il mantenimento di tali legami è condizione imprescindibile per la salute e il benessere nell’ottica della salute in senso psicobiologico (mentre non è considerata necessaria in quella biomedica).
Esplorazione del mondo e ricerca delle novità. Destrutturazione delle abitudini e ricerca di sempre nuovi stimoli, di ogni fonte di piacere, di benessere e di felicità, amore per il gioco, la creatività e la spontaneità nella relazione con gli altri e con l’ambiente: sono tutti elementi che aiutano a mantenere corpo e cervello giovani e in continuo sviluppo.
Concentrazione e attenzione focalizzata. Occuparsi con interesse di un compito alla volta, evitando l’accavallamento e la confusione di stimoli e di obiettivi, che conducono alla distrazione e all’ansia. Questo tipo di atteggiamento e di attività mentale può di fatto stimolare il rilascio di sostanze chimiche a livello locale sistemico che favoriscono la neuroplasticità.
Tempo e spazio per la propria interiorità. Quando si dirige la riflessione verso la propria interiorità, concentrandosi sulle sensazioni, le emozioni, i pensieri, le idee, i programmi e progetti, si stimola lo sviluppo di circuiti neurali integrativi e regolativi.
Umorismo. Paradossalmente, questo termine è ancora usato da scuole di naturopatia e di medicine alternative rimaste ancorate a una visione ippocratica della medicina e che intendono la naturopatia nient’altro che come una forma alternativa di cura delle malattie, condotta con rimedi e strumenti naturali. L’umorismo di cui si tratta nella consulenza e nella formazione del benessere non ha niente a che vedere con la teoria degli umori ippocratica, ma piuttosto con la salute del corpo e della mente, la quale passa anche attraverso la capacità di cogliere sempre, ove possibile, un significato diverso da quello che appare nella realtà circostante, nonché la capacità di non prendersi troppo sul serio né di considerare troppo seriamente neppure la vita e gli accidenti che la contraddistinguono.

La cura di questi aspetti, fondamentali per vivere una vita degna di essere vissuta, è totalmente trascurata da medicina, psicoterapia e counseling tradizionale. Spetta al consulente del benessere la competenza ad aiutare il cliente nel costruire un programma pratico di vita che tenga conto delle sue specifiche risorse e qualità positive, anziché rivolto, come avviene in ambito sanitario, esclusivamente alla cura di patologie e disturbi.